Il Centro di Ateneo per la dottrina sociale della Chiesa nasce nel 2006 presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, raccogliendo l’eredità del precedente centro di ricerca attivo dal 1991, con il fine di approfondire e promuovere la dottrina sociale della Chiesa.
È un luogo di riflessione e di ricerca, dove le ricche e articolate competenze disciplinari presenti nelle diverse sedi della Università Cattolica possono incontrarsi e dialogare alla luce del magistero sociale della Chiesa, così da fare esperienza concreta di quel lavoro transdisciplinare tanto necessario ad affrontare le complesse problematiche sociali e antropologiche del nostro tempo.
Collaborano con il nostro Centro numerosi docenti e ricercatori, coinvolti sia nell'organizzazione di incontri, seminari e webinar, che in qualità di Autori della rivista Dizionario di dottrina sociale. Le cose nuove del XXI secolo. Qui è possibile visitare l'elenco aggiornato degli Autori. Le iniziative del Centro possono contare anche su una rete di collaborazioni internazionali, ben rappresentata dai membri del Comitato Scientifico della rivista.
La dottrina sociale della Chiesa è una risorsa preziosa, perché le persone e le comunità possano imparare a vivere da protagonisti il “cambiamento d’epoca” che stiamo attraversando. L’urgenza di comprendere e di indirizzare il cambiamento è sentita in modo del tutto speciale nel lavoro universitario. Chiamata per sua natura a essere una reale comunità di docenti e studenti, l’Università offre a ciascuno, giovane e adulto, la possibilità di partecipare all’avventura di “vagliare ogni cosa e trattenere quello che vale”, diventando a suo modo protagonista della comune costruzione del bene di quel noi-tutti che è la famiglia umana.
Le attività del Centro di Ateneo per la dottrina sociale della Chiesa comprendono:
Attività di ricerca e riflessione multidisciplinare ed interdisciplinare, nella quale rifluiscono e si contaminano reciprocamente le attività di teologi e filosofi, di studiosi delle questioni sociali – economisti, politologi, sociologi, giuristi – e anche di studiosi delle scienze e tecnologie alla frontiera delle “cosa nuove”, che oggi è indispensabile comprendere nelle loro dimensioni antropologiche e sociali;
Iniziative editoriali che rendono fruibile il lavoro di ricerca e riflessione a tutti coloro che desiderano vivere il loro impegno sociale e il loro ruolo pubblico con più matura consapevolezza;
Iniziative di comunicazione e di formazione quali giornate di studio, attività seminariali, convegni nazionali e internazionali, sia di carattere scientifico sia di carattere culturale, rivolti alla comunità universitaria e al pubblico più vasto, spesso in collaborazione con realtà associative locali e nazionali.
La dottrina sociale della Chiesa, che ha “un'importante dimensione interdisciplinare”, può svolgere, in questa prospettiva, una funzione di straordinaria efficacia. Essa consente alla fede, alla teologia, alla metafisica e alle scienze di trovare il loro posto entro una collaborazione a servizio dell'uomo. È soprattutto qui che la dottrina sociale della Chiesa attua la sua dimensione sapienziale. Paolo VI aveva visto con chiarezza che tra le cause del sottosviluppo c'è una mancanza di sapienza, di riflessione, di pensiero in grado di operare una sintesi orientativa, per la quale si richiede “una visione chiara di tutti gli aspetti economici, sociali, culturali e spirituali”.
L'eccessiva settorialità del sapere, la chiusura delle scienze umane alla metafisica, le difficoltà del dialogo tra le scienze e la teologia sono di danno non solo allo sviluppo del sapere, ma anche allo sviluppo dei popoli, perché, quando ciò si verifica, viene ostacolata la visione dell'intero bene dell'uomo nelle varie dimensioni che lo caratterizzano. L'“allargamento del nostro concetto di ragione e dell'uso di essa” è indispensabile per riuscire a pesare adeguatamente tutti i termini della questione dello sviluppo e della soluzione dei problemi socio-economici [Caritas in veritate, 31].