Università Cattolica del Sacro Cuore

La promozione dei legami familiari


Da tempo si moltiplicano le iniziative di promozione dei legami familiari realizzate in tutte le diocesi italiane per rispondere a una richiesta di intervento che emerge sempre più da parte delle famiglie. La ricchezza e la varietà degli interventi, tuttavia, mette in luce anche il rischio di una frammentazione e di una dispersione di energie che meglio sarebbero impegnate con una risposta più coordinata e approfondita nella riflessione. Di grande interesse dunque si è rivelato il Progetto di collaborazione sulla promozione dei legami familiari che ha visto per la prima volta una virtuosa collaborazione tra Caritas Italiana, Ufficio Nazionale per la pastorale della famiglia della Conferenza Episcopale Italiana e il Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia.

A fronte delle sfide culturali e sociali che la famiglia sta subendo in questo momento storico, l’obiettivo del Progetto, conclusosi a Roma il 28 ottobre scorso con un seminario di studio, è stato proprio quello di predisporre riflessioni, metodologie e strumenti che consentano di intercettare i bisogni individuali e familiari e rispondere in maniera sempre più competente alle richieste di intervento, prendendo le mosse dalla connessione tra la riflessione teorico-culturale sulla famiglia, la formazione dei formatori e la ricerca. Mettendo in dialogo un sapere esperienziale, professionale e scientifico e creando sinergie tra mondo accademico, operatori della famiglia e della pastorale sono state attivate le azioni che hanno previsto:

1. Un lavoro di coordinamento tra soggetti che a vario titolo si occupano della famiglia, della coniugalità e della genitorialità. Per la condivisione delle modalità operative è stato costituito un tavolo di lavoro tra Caritas Italiana, Ufficio Nazionale per la pastorale della famiglia della CEI e il Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia, che ha assunto il ruolo di facilitatore relazionale del lavoro di rete, avente la funzione di aiutare i soggetti coinvolti a elaborare una maggiore riflessività condivisa e a individuare di volta in volta le scelte più adatte in relazione agli obiettivi del progetto.

2. Una formazione comune sulle tematiche familiari e su una metodologia di intervento coerente con gli obiettivi formativi. A questo fine alcuni rappresentanti dei soggetti coinvolti (Caritas italiana e Ufficio Nazionale per la pastorale della famiglia della CEI) hanno partecipato al Corso di Alta Formazione: “Conduttore di gruppi di coppie e genitori: I Percorsi di Enrichment Familiare” 5 edizione, 2014, organizzato dal Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia. Inoltre, è stato realizzato a Roma un corso residenziale intensivo di 12 giornate di formazione, svolte in 5 mesi, con la presenza di 20 partecipanti provenienti da tutta Italia. La proposta dei Percorsi di Enrichment, infatti, fa riferimento al modello relazionale simbolico (Scabini & Cigoli, 2000) sull’identità della famiglia e sui suoi cambiamenti e propone un lavoro sull’identità della famiglia e sulle competenze connesse alle sue relazioni attraverso il lavoro di gruppo. Si tratta di una modalità formativa che promuove una visione complessiva delle relazioni familiari, evitando il rischio, peraltro assai diffuso, di considerare separatamente la relazione di coppia e la relazione genitori-figli, e queste come avulse dai legami intergenerazionali e dal contesto sociale. La proposta sottolinea, inoltre, la natura profondamente sociale dei legami familiari e l’importanza di potenziare tali legami per promuovere le relazioni tra le generazioni, anche a livello comunitario e sociale.

3. Una progettazione, realizzazione e supervisione di 9 PEF su tutto il territorio nazionale (3 Nord, 3 Centro e 3 Sud Italia) condotti da persone formate ai corsi di formazione sopra citati. È stato inoltre realizzato uno stretto monitoraggio e una supervisione dei 9 percorsi a cura del Centro.

4. Una ricerca-azione sugli esiti dei PEF ai fini di una valutazione dell’efficacia degli stessi e di una diffusione a più ampio raggio dell’intervento; è stata condotta una ricerca longitudinale in due tempi con impianto multi-metodologico (quantitativo e qualitativo). L’obiettivo è stato quello di valutare contesto, processo e risultati degli interventi condotti. La ricerca ha raccolto dati da 139 soggetti che hanno partecipato ai PEF.

In generale i partecipanti sono stati molto soddisfatti dei percorsi fatti e hanno sottolineato l’utilità del gruppo come dispositivo formativo e delle esercitazioni proposte. Dagli strumenti qualitativi, inoltre, è emerso che le coppie e i genitori hanno evidenziato gli aspetti di fatica dell’impegno richiesto dalla partecipazione ai percorsi e dall’implicazione personale, ma al contempo l’utilità e anche la bellezza di potersi aprire agli altri, così da avviare uno scambio autentico di gruppo, scandito da momenti di apprendimento, di riflessione e rielaborazione. Dalla parte quantitativa della ricerca, d’altro canto, è emerso un significativo cambiamento a livello individuale, relazionale e sociale a seguito della partecipazione ai PEF. In particolare, migliora la qualità della relazione di coppia, la rappresentazione non solo di sé come partner, ma anche dell’altro come partner; aumenta la consapevolezza della complessità e della fatica del ruolo genitoriale, ma anche delle risorse ad esso legate. Infine, crescono la fiducia e la percezione di coerenza del mondo sociale e la propensione alla generatività sociale dei partecipanti.