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Madri e padri soli
Quali sono le necessità e le peculiarità, anche relazionali, delle famiglie con un solo genitore? Questa tipologia familiare è stata, nel corso del tempo, oggetto di numerose riflessioni che hanno per lo più evidenziato diseguaglianze e criticità (esclusione sociale, povertà, dipendenza dai sistemi di welfare, forte femminilizzazione, rischi per i figli minori). Solo negli ultimi decenni, anche a seguito di importanti mutamenti demografici e istituzionali, si è iniziato a parlare di famiglie diversificate e con fragilità, bisogni ma anche risorse specifici. La condizione di genitore solo comprende, in effetti, una varietà di situazioni accomunate dall’assenza di un/una partner, sovente transitorie (madri e padri single, separati/divorziati, vedovi, adulti oppure molto giovani/adolescenti, di diversa appartenenza etnico-culturale, con o senza aiuti o reti sociali di riferimento). Sono infatti molti gli eventi che possono rendere un soggetto “madre o padre solo” oppure transitarlo al di fuori da tale circostanza.
Attraverso un’analisi della letteratura scientifica nazionale e internazionale ed un’analisi di dati provenienti da fonti istituzionali, il saggio Madri e padri soli. Esclusioni, relazioni, resilienze (E. Ruspini, in Famiglia e povertà relazionale. Multidimensionalità del fenomeno e buone pratiche innovative, a cura di D. Bramanti e D. Carrà, Vita e Pensiero, Milano 2021, pp. 103 -125) sottolinea non solo la necessità di considerare le vulnerabilità che caratterizzano tale gruppo sociale ma al contempo la complessità, ricchezza e dinamicità che accompagnano questi corsi di vita familiare. Se, da un lato, sono da segnalare evidenti criticità, sia temporali sia economiche, connesse con le difficoltà di conciliazione tra famiglia e lavoro, dall’altro lato anche madri e padri soli possono attivare reti e sviluppare solidarietà e resilienza, supportati dalle nuove tecnologie della comunicazione.
Purtroppo, la drammatica esperienza della pandemia e dei lockdown hanno repentinamente sospeso, se non interrotto, molti dei processi di empowerment delle categorie più svantaggiate. A livello relazionale, le misure messe in atto per contenere l’ondata epidemica hanno influenzato, in modo ancora non del tutto prevedibile, forma e consistenza delle reti sociali, fondamentali nel sostenere quotidianamente madri e padri soli. Potrebbero pertanto aumentare le criticità, sia per le une sia per gli altri. Il distanziamento sociale non ha sicuramente giovato alle madri sole che devono gran parte del loro benessere alla possibilità di conciliare tra famiglia e lavoro anche grazie alle reti formali ed informali di supporto. Pensiamo poi alla drammatica situazione di coloro che hanno contratto il virus e hanno dovuto gestire l’isolamento e le necessità familiari all’interno di un periodo di malattia e quarantena. Dall’altro lato, il lockdown potrebbe avere scardinato delicati equilibri magari raggiunti con difficoltà nella cogestione genitoriale. È plausibile pensare che i padri soli non collocatari potrebbero, durante l’emergenza, avere sofferto le restrizioni al diritto di visita ai figli minori che risiedono con la madre in comuni differenti, anche se i decreti d’urgenza non hanno sospeso i provvedimenti che regolamentano i tempi di permanenza dei figli presso ciascuno dei genitori e le modalità di concretizzazione degli stessi.
È comunque interessante notare come le nuove tecnologie abbiano svolto (e potranno svolgere) un ruolo non marginale nell’alleviare l’isolamento di individui e famiglie, genitori soli compresi, attraverso un’estensione virtuale delle reti di supporto e la possibilità di organizzare meeting online di scambio e confronto. Ad esempio, l’associazione Gingerbread, nata agli inizi del Novecento ed operante in Inghilterra e Galles per dare sostegno alle famiglie con un solo genitore, ha creato una pagina web espressamente destinata alla condivisione di informazioni mirate sulla pandemia, offrendo al contempo la possibilità di contattare personale esperto attraverso la single parent helpline. Una strategia analoga è stata adottata in Italia dall’Associazione Smallfamilies, che ha attivato SOS Covid-19, un servizio gratuito di sostegno e ascolto a distanza erogato da consulenti ed esperti. Il ruolo dell’associazionismo, in tempi di estrema incertezza, è e resta fondamentale, non solo in Italia, per produrre gli scambi sociali necessari a sostenere madri e padri soli e le pratiche di solidarietà comunitarie e sociali.