Università Cattolica del Sacro Cuore

Adozione: quando i legami curano

 

Quando si affronta il tema dell'adozione il pensiero viene catturato, e comprensibilmente, dal tema dell’abbandono, della sofferenza psichica del bambino ad esso connessa, dalla delicatezza con cui affrontarlo. In secondo piano vanno inevitabilmente altri temi e interrogativi pure di un certo rilievo su cui ora si sta prestando sempre più attenzione. Come è stato nutrito il bambino negli anni precedenti la adozione? Cosa sappiamo del comportamento della madre durante la gravidanza, come ad esempio dell’assunzione di alcool e droga? Quali influenze esse possono avere sullo sviluppo del bambino?

 

Possedere conoscenze adeguate al proposito consente di avere un quadro più completo dello stato di salute del bambino, di connettere fattori psicologici e fisiologici e di intervenire con maggiore cognizione di causa nelle singole situazioni di disagio. Su un altro e complementare versante possiamo chiederci: a quali esperienze va incontro il bambino che vive in Istituto? Come affrontare gli aspetti traumatici? E ancora, come orientarsi nei vari programmi di sostegno messi a punto per aiutare le famiglie? Quali i più adatti nelle specifiche situazioni?

 

A sondare queste tematiche è dedicata una sessione gratuita e con traduzione in italiano all'interno del convegno ICAR7 (International Conference on Adoption Research) e intitolata Istituzionalizzazione ed esperienze traumatiche precoci.- Quali interventi per i figli adottivi e le loro famiglie?, aperto anche ai non iscritti al convegno (iscrizioni fino al 30 giugno) e che si gioverà del contributo di studiosi provenienti da vari paesi coordinati da un discussant che terrà le fila del discorso.

Laurie C. Miller, pediatra di fama internazionale forte sia della sua esperienza universitaria (Tufts University di Boston), sia dell’esperienza clinica al Centre Hospitalier Sainte-Anne di Parigi, parlerà degli effetti a lungo termine della malnutrizione nei bambini adottati che hanno vissuto a lungo in situazioni di forte deprivazione. Rifkat Muhamedrahimov dell’Università di San Pietroburgo, da anni impegnato sia in progetti tesi a migliorare le condizioni dei bambini istituzionalizzati che in progetti di sostegno alle famiglie adottive e affidatarie nella Federazione Russa, fornirà un quadro delle problematiche emergenti a proposito. Judith K. Eckerle dell’Università di Minneapolis (Minnesota) da parte sua approfondirà il tema della sindrome feto-alcolica, dei suoi effetti a lungo termine sullo sviluppo dei bambini adottati e illustrerà un modello di clinico di valutazione utile a comprendere tale sindrome e a prevenirla.

 

Infine, David Cross del Karin Purvis Institute of Child Development (Texas) parlerà di come rispondere ai bisogni dei bambini adottati e delle loro famiglie mediante l’attivazione di molteplici risorse e programmi di intervento che possono essere utilizzati.

Giovanni Tagliavini, psichiatra e Presidente dell’Associazione Italiana per lo Studio del Trauma e della Dissociazione (AISTED) darà il suo autorevole contributo in qualità di discussant della sessione plenaria.