L’approccio metodologico utilizzato nei contesti estremi e di crisi sostiene che il ritorno alla normalità di una comunità è nel sapersi riconoscere come tale: la Guerra Ibrida non distrugge solo infrastrutture ma, ancor prima, identità e simboli che caratterizzano le persone e le loro comunità. La Diplomazia Culturale (Cultural Diplomacy) aiuta a ricostruire il patrimonio simbolico individuale e collettivo, inteso quale premessa alla visione progettuale del futuro, e agisce con gli strumenti della cooperazione e della comunicazione.
Tale linea metodologica ha come obiettivo la gestione delle crisi e la riduzione dei conflitti, ponendo al centro di questi interventi la valorizzazione del patrimonio culturale e della memoria storico – sociale di una comunità o di un gruppo sociale. La ricaduta positiva di questo tipo di azione si ritrova nella consapevolezza che la conoscenza delle proprie radici è strumento di promozione del dialogo e della pace e primo fattore di resilienza nei contesti di crisi.
Il cambiamento culturale–interpretativo, i fattori di crisis management, la specificità della resilienza sono stati declinati in un nuovo modello operativo che identifichiamo nella cosiddetta Cultural Diplomacy Partnership che l'Università Cattolica sta proponendo. L’obiettivo è promuovere il Cross Cultural Country Development, inteso come un processo di sviluppo cooperativo tra i partner delle aree di crisi che richiede a ciascuno la capacità di interagire efficacemente con i portatori di una cultura differente, dunque nel rispetto e nella valorizzazione delle specificità e diversità culturali.
Di conseguenza il metodo di lavoro pone al centro la dimensione culturale nella quale si esprimono le identità locali, ragione di stabilità, capaci di relazionarsi con altre specificità del mondo reticolare. Questo modello originale ha elaborato alcuni strumenti quali le Identity Based Actions che sono attività di riproduzione della cultura rappresentate nei Cultural Focal Points, intesi come raccolte rappresentative della cultura materiale e immateriale di una specifica comunità locale, che sono i motori propulsori di iniziative di scambio culturale, promozione del dialogo e della conoscenza reciproca tra le varie realtà etniche coinvolte.