Università Cattolica del Sacro Cuore

La natura dell'umana generazione


 

Il fatto procreativo è un fatto di natura? Dove va posta l’origine del generare? Quali sono le caratteristiche specifiche del generare umano? Quali i suoi limiti invalicabili? Queste sono domande necessarie e urgenti oggi, in una società, come quella che si nutre della cultura occidentale, in cui  un nuovo essere umano può essere concepito e messo al mondo prescindendo dall'unione di un corpo femminile e maschile, grazie a interventi delle tecnologie riproduttive, che non solo facilitano il processo, ma arrivano a toccare le sue componenti.

Questo nuovo modo di affrontare la procreazione, che ha rilevanti conseguenze sul piano antropologico, culturale e sociale, inevitabilmente spinge prima ancora che a chiedersi quali possano essere le possibili conseguenze del “generare tecnologico”, sia sul generato che sul generante, a porre la questione fondante sull’umana generazione.

Il fenomeno sempre più diffuso della procreazione assistita e degli interrogativi che la sua diffusione provoca, che viene da tempo approfondito dal Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia (è del 1999 la prima pubblicazione sul tema “Famiglia generativa o famiglia riproduttiva?”) è ora al centro delle riflessioni di un volume, La natura dell’umana generazione, a cura di Eugenia Scabini e Giovanna Rossi (Studi Interdisciplinari sulla Famiglia, 29, Vita e Pensiero, Milano 2017),  caratterizzato da una riflessività di vario respiro grazie ai numerosi contributi dai diversi sguardi: di carattere teologico (Angelo Scola), etico (Laura Palazzani), psicologico (Vittorio Cigoli e Eugenia Scabini), filosofico (Francesco Botturi e Paolo Gomarasca), sociologico (Pierpaolo Donati), giuridico (Andrea Nicolussi), medico (Carlo Bellieni). Ognuno ha cercato di rispondere dalla propria prospettiva, ai molti interrogativi messi in campo dalle nuove tecnologie di riproduzione, offrendo così un’interessante e interdisciplinare orizzonte culturale. Un orizzonte quanto mai decisivo in un tempo come il nostro nel quale la tecnica, sganciata dalla dimensione etica e di senso, rappresenta il solo riferimento praticato: se si può tecnicamente raggiungere l’obiettivo, perché non farlo?

L’incapacità di mettere a fuoco la natura specifica della generazione umana e il suo senso si traduce di fatto in “un’espulsione” del generare dal suo luogo elettivo rappresentato dalla famiglia. Non è un caso infatti che  “la famiglia” sia sparita dal linguaggio della sfera pubblica e che il riferimento, pressoché unico, sia “alle famiglie” indeterminate, mentre si fa largo uso di sigle (a ribadire l’indeterminatezza dei significati) - come ad esempio  LGBT - che esemplificano  l’impossibilità  della cultura contemporanea a dire “famiglia” e a dirlo con riferimento alla sua identità. Ne segue che con grande facilità ci si sposti dal “generativo” al “riproduttivo” provocando una scomposizione sempre più frammentata della “generazione” che viene fatta coincidere addirittura con “la riproduzione”.

Di fronte a questa deriva la proposta contenuta nel volume è di ripartire dalla messa a fuoco dei “fondamentali” perché, quando i significati diventano rarefatti e ambigui, occorre ritornare a ciò che è all’origine: qual è la natura della generazione umana?

Tematizzarlo, un’operazione non facile, ma decisamente promettente sotto il profilo della fecondità euristica, consente infatti di mettere in campo un pensiero articolato che, nel confronto interdisciplinare, è foriero di un avanzamento costruttivo della conoscenza della realtà sociale.  

Il volume verrà presentato il 23 gennaio 2018 alle ore 16 presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, aula NI 110, via Nirone 15, Milano.